È noto che quando, all'interno di una serie di immagini identiche presentate a intervalli regolari su uno schermo, ne compare una diversa, la durata di quest'ultima viene percepita come più lunga rispetto alle altre. Si tratta del cosiddetto "effetto oddball" ("eccentrico"), che viene spesso spiegato attraverso il cosiddetto "modello dell'orologio minimalista", basato sull'idea di un pacemaker interiore e di un "contatore" annesso che si accenderebbe e spegnerebbe in corrispondenza di ciascun evento. In base a questo paradigma, la comparsa di un'immagine diversa, proprio perché inaspettata, provocherebbe un'accelerazione nel ritmo del pacemaker, e il numero di pulsazioni registrate corrisponderebbe a una durata percepita per l'evento maggiore di quanto non sia in realtà. Una scoperta interessante riguarda l'importanza del numero 3 nella percezione del tempo. Non soltanto "il ritmo del parlato si basa su una struttura di tre secondi" , ma un intervallo di 3 secondi è anche quello entro cui riusciamo a mantenere qualcosa nella memoria senza annotarlo o affidarlo alla memoria a lungo termine. È stato dimostrato che il confine più definito nel nostro modo di giudicare periodi temporali diversi è fra i 3,2 e i 4,6 secondi.
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